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CLAUDIO BOLDRINI. L’ARTE È SPERANZA PERCHÉ ENTRAMBE TI AVVICINANO A DIO  

CLAUDIO BOLDRINI. L’ARTE È SPERANZA PERCHÉ ENTRAMBE TI AVVICINANO A DIO  

È un poeta del paesaggio che esprime l’amore per la natura e il desiderio di dipingerla comunicando al pubblico con le sue opere bellezza, gioia, serenità e pace

Questa intervista è pubblicata sul libro Profili d’Artista (Editoriale Giorgio Mondadori) in uscita la prossima settimana.

Cosa è per lei la speranza?

Da bambino la speranza era l’attesa di un elogio di mia madre o mio padre per un comportamento positivo conforme alle regole educative che mi stavano dando. Da scolaro l’attesa di un buon risultato in un compito in classe. Da adolescente la speranza di uno sguardo innamorato di una dolce fanciulla. Poi, crescendo e coltivandola fede, ho preso coscienza che la speranza cristiana si realizza con l’incontro con Cristo Signore, lasciando aperto il mio cuore e la mia mente alla Sua presenza che mi rende vivo. Ho capito anche, che tutto ciò non avviene in maniera automatica, ma esige da me un cammino convinto che si concretizza in azioni ispirate dalla sua Parola, dal suo Spirito. Azioni portatrici di buoni frutti verso me stesso, la mia famiglia, il mio prossimo. Alla fine, quando accadrà e dopo aver combattuto “la buona battaglia”, citando San Paolo, ci sarà il ricongiungimento con Lui e sarò felicissimo divederlo e abbracciarlo nella sua Gloria. In sintesi posso dire che la speranza cristiana è:

-un dono: lo riceviamo nel battesimo. Per quanto mi riguarda ciò accadde il 19 gennaio 1958 e per questo ringrazio e abbraccio i miei genitori, ora in cielo, con tutto il mio cuore;

-gioia: perché noi non siamo soli, ma figli di un Dio papà che è amore e misericordia;

-ascolto: della Parola del Cristo;

-preghiera: che è il dialogo con Dio Trinità;

-grazia, con la frequenza dei Sacramenti: il cristiano vive dei Sacramenti;

-impegno: noi siamo liberi, possiamo scegliere tra il bene ed il male, e mantenersi sulla strada del bene richiede la nostra adesione, il nostro impegno, richiede un combattimento costante contro il male;

-amore: verso Dio e verso il prossimo;

-cammino: lungo la via che porta al Signore;

-apertura: quando Gesù bussa alla porta del cuore, è importante aprirgli affinché possa entrare e agire in noi;

-attesa: del ritorno del Cristo Glorioso alla fine dei tempi. In tutto questo mai dimenticare la nostra Mamma celeste Maria, che intercede sempre per noi e ci tiene fra le sue braccia.

In quale occasione, che vuole condividere con i nostri lettori, ha provato speranza nel suo cuore e nella sua mente?

Posso tranquillamente dire che tutta la mia vita è speranza. Speranza sono i miei figli, Simona ed Alessandro, che sono un dono di Dio immenso, speranza è l’amore di Marcella, la mia sposa. La speranza mi ha sostenuto nei momenti di buio, quando ho perso mio padre Nello da bambino, e più tardi mia madre Annunziata. La speranza mi dà forza nei momenti difficili della vita, mi fa rialzare e mi fa andare avanti. La speranza è l’amicizia delle persone che vivono vicino a me, o che incontro in quei luoghi che frequento, o durante l’esposizione delle mie opere in una mostra. L’arte è speranza, perché entrambe ti avvicinano a Dio.

Nelle sue opere e nella sua ricerca d’arte ritroviamo la speranza?

La mia arte è ispirata dalla natura, dall’uomo, da tutto il Creato. Vengo spesso colpito dalla bellezza dell’azzurro del cielo con le sue nuvole che si rincorrono, da un paesaggio al tramonto, dai colori variegati di un mare trasparente, dallo scorrere di un ruscello nel verde di una campagna, dove i bimbi giocano o le famiglie passeggiano serene vicino alle sue acque. La speranza, quindi, come bellezza, gioia, serenità, pace e presenza di Dio in tutto ciò che ci circonda, è presente nelle mie opere così come in quella intitolata “Il Ciclo della Vita”, in questi giorni esposta al Museo Diocesano di Massa.

Le chiedo di spiegare in sintesi la sua arte.

Attualmente la caratteristica che ricorre più frequentemente nelle mie opere è l’armonia tra il disegno ed i colori del soggetto che intendo riprodurre. L’opera nasce dalle emozioni provate dall’osservazione di ciò che mi circonda: quando scatta la scintilla pittorica, disegno o fotografo quello che mi ha colpito e lo riproduco, secondo la mia sensibilità, sul supporto scelto (carta, tela o tavola) in studio o all’aperto. Gli strumenti utilizzati sono quelli classici, pennelli e colori ad olio o acrilici. Potrei definirmi un artista figurativo, sono un poeta del paesaggio, che mette in risalto il disegno, i colori, i sentimenti, sperando di riuscirci.

Crede in Dio?

Io credo nel Dio Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo, che è il mio “prima”, il mio “ora” ed il mio “dopo”, di cui non posso farne a meno. Cerco, spero di esserne degno.

Quale messaggio condivide con il pubblico attraverso la sua ricerca?

Nella mia vita ho vissuto molte esperienze diversissime tra di loro, ma in tutte queste vicende c’è una costante che mi ha sempre accompagnato: l’amore per la natura ed il desiderio di dipingerla. La mia anima rimane estasiata di fronte alle sue bellezze, ai suoi colori, che mi riscaldano, mi acquietano, che danno pace e gioia al mio essere più intimo. Sono questi sentimenti, bellezza, gioia, serenità e pace che cerco di trasmettere nelle opere che dipingo ed al pubblico che mi segue.

Secondo lei come si incontrano arte e spiritualità?

Nei secoli trascorsi ed ancora oggi ci sono esempi infiniti di questo incontro. L’arte e la spiritualità vanno di pari passo con la nascita dell’uomo. Ne cito alcuni: gli affreschi di Giotto sulla vita di San Francesco, nella Basilica Superiore di Assisi, non troppo lontano da casa mia a Foligno, oppure a Roma dove Michelangelo e Raffaello hanno portato l’arte e la spiritualità alle vette più alte, con i loro affreschi nella Cappella Sistina e nella Stanza della Segnatura, in Vaticano. Guardando queste opere rimani fermo, immobile ed il tuo cuore, la tua mente, la tua anima volano fino a toccare il “cielo”. È provare la gioia immensa del Paradiso pur essendo ancora su questa terra: arte e spiritualità sono compagne, sorelle ed esistono per portare gli uomini vicino a Dio.

Con quale emozione o pensiero vorrebbe che un visitatore uscisse da una sua mostra?

Mi piacerebbe che le persone, dopo aver visto le mie opere in mostra, tornando a casa, fossero più sorridenti eleggere nell’anima, magari provando già un po’ di nostalgia di quello che hanno visto.

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