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LA RESISTENZA DELLA PITTURA E DEL COLORE IN UN’OPERA DI MAURO CAPITANI

LA RESISTENZA DELLA PITTURA E DEL COLORE IN UN’OPERA DI MAURO CAPITANI

Pubblico su questo blog il mio testo critico dal libro Le Scelte di Puntelli-La Resistenza (Editoriale Giorgio Mondadori). Il testo è sull’opera Elefante del 2014 del maestro Mauro Capitani.

Emerge da un orizzonte infuocato a difesa della pittura, quella vera, quella senza compromessi, quella che sa usare toni e mezzi toni, quella che appartiene a chi dedica all’arte una vita percorrendo la strada più difficile, quella che appartiene per statuto al senso della Bellezza. Il difensore dell’arte e di un’idea estetica che sa riflettere e guardare l’arte stessa da dentro per trovare la sua stessa ragione d’essere è l’Elefante di Mauro Capitani, in una scena particolare, in un’opera che fa parte del bestiario del noto maestro toscano. Mauro Capitani ha dedicato tutta la sua vita allo studio dell’arte, a scoprirne e a riflettere sui temi essenziali, quelli profondi, quelli che non provengono dalle riviste che mettono in prima pagina l’ennesima sterile provocazione ma quelli che si studiano sui libri, oggetto di divulgazione delle grandi enciclopedie e manuali classici, quell’arte commentata e portata ad un livello di comprensione da personalità come Argan, Ragghianti, Zeri, Paolucci e pochi altri. E Mauro Capitani abbraccia nel suo procedere nell’arte contemporanea le due figure essenziali: è il professore, lo studioso e il direttore di tanti eventi, e il pittore che fa tacere la riflessione e la parola e vuole arrivare al pubblico con il linguaggio internazionale dei colori e del disegno. Lui ha dedicato all’arte tutta la sua vita e Nuccia Capitani ha dedicato all’arte tutta la sua vita. Perché dietro alla firma nelle opere di Mauro Capitani c’è un universo di coppia, di complicità, di anime che si incontrano, innamorate dello stesso colorato mondo e di un modo di interpretarlo e di proporlo serio e creativo, dove la varietà dei temi e degli approcci fa invidia a qualunque artista non solo italiano e non solo europeo ma di livello mondiale, e dove il rigore della proposta è la carta di identità della ricerca realizzata dal maestro. Nuccia era innamorata dell’arte, della vita, delle mani, del cuore e della mente visionaria del suo Mauro. Oggi il baluardo di tutto ciò in cui credevano e credono è la Fondazione Mauro e Nuccia Capitani che come quell’elefante resiste alle facili tentazioni e alle lusinghe delle mode e dell’arte di moda e, non immobile ma in movimento, continua nel processo di una ricerca che fa dell’arte del Novecento e dei temi del secolo breve, di quella rivoluzione dell’Estetica che è rivoluzione delle coscienze, l’obiettivo, il focus e il risultato. L’Elefante di Mauro Capitani, uno dei pochi artisti che ha avuto il coraggio di affrontare il tema del bestiario insieme all’altro grande toscano Antonio Possenti, è la resistenza vera ed appassionata di una pittura che sa oscillare fra la sperimentazione di nuove tecniche e la pittura ad olio, vera, riconosciuta e apprezzata, senza perdere mai di vista, in ogni dettaglio, la serietà e la forza dell’esecuzione.

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