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LA SUA ARTE TESTIMONIA LA NATURA E LA STORIA DELL’UOMO. FABIO SANTORI SI PREPARA ALLA SUA PERSONALE AL PALAZZO DEL GATTOPARDO

LA SUA ARTE TESTIMONIA LA NATURA E LA STORIA DELL’UOMO. FABIO SANTORI SI PREPARA ALLA SUA PERSONALE AL PALAZZO DEL GATTOPARDO

Questa intervista fa parte del libro Profili d’Artista (Editoriale Giorgio Mondadori) uscito da pochi giorni nelle librerie.

Il 2023 è stato per lui l’anno della rivoluzione per l’importanza delle mostre affrontate e per l’evoluzione della sua ricerca. Dalla Toscana alla Lombardia, dall’Emilia Romagna alla Sicilia passando per la Calabria. La sua arte testimonia la natura e la storia dell’uomo. Il maestro Fabio Santori si prepara alla sua personale al Palazzo del Gattopardo.

In sintesi qual è il messaggio della sua arte?

Il messaggio della mia arte è un invito a guardarsi dentro, a trovare nelle forme delle mie sculture e nei loro colori l’essenza del proprio essere pur non appartenendo al mondo dell’arte. Quando le persone (non addette ai lavori) mi dicono che, pur non capendo il mio lavoro, lo trovano interessante ho raggiunto il mio obiettivo. Pizzicare le corde della loro sensibilità per incantarli con il suono delle loro emozioni.

Perché ha scelto l’arte plastica rispetto alla pittura?

Mi sono dedicato all’arte plastica per un profondo amore verso la materia lignea e perché con la pratica pittorica non sentivo pienamente completo il senso del mio lavoro.

Cosa è per lei l’arte?

Per me l’arte è l’istinto che ogni giorno dà una spiegazione alla mia esistenza. È quel maremoto di idee e di intuizioni creative che rigenerano continuamente la mia sete di sperimentazione per ricercare e scoprire la purezza del nostro linguaggio primordiale.

Come nasce in lei l’idea di una nuova opera?

Non c’è mai una idea definita, prendo lo zaino delle mie emozioni e viaggio dentro me stesso. Comincio a lavorare e, quando entro in comunicazione con la forma, inizio a delineare il lavoro, stando sempre attento a non cadere nello stordimento dell’idea.

Nel 2023 grandi successi, fra questi la mostra al Museo di San Giovanni in contemporanea con un’esposizione dal Museo del Bargello e l’incontro con l’ex direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt. Quali emozioni hanno accompagnato questo momento?

Posso definire il 2023 come l’anno delle grandi onde. Prima personale presso il museo di san Giovanni a Fivizzano accanto all’esposizione del Parato di Papa Niccolò V appartenente al museo del Bargello. Avere esposto in contemporanea con il progetto Uffizi Diffusi, insieme agli altri eventi, è stato uno tsunami di emozioni, incoscienza e paura. Il culmine dell’emozione è stato quando ho conosciuto, in una presentazione a numero chiuso, l’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt, una persona che, pur dall’imponente presenza, si è presentata con quella grandissima umanità e gentilezza che appartiene ai grandi, si ricordava di una mia scultura.

Dopo la partecipazione all’evento Cari Maestri al Museo Il Correggio il 2023 è terminato e il 2024 è iniziato con la mostra evento alla Pinacoteca Contemporanea San Paolo Invest a Palazzo Chigi Zondadari a Siena, su piazza del Campo, Pinacoteca diretta dal maestro Alessandro Grazi. Una mostra di grande successo, prolungata per il doppio del tempo. Come ha affrontato un appuntamento così importante?

Cari Maestri presentato al museo del Correggio è stata una tappa fondamentale della mia carriera artistica, proponendo la più grande scultura mai realizzata: “La farfalla della guerra” 175x170x25 centimetri. Con la mostra personale presso la Pinacoteca San Paolo Invest a Siena, con piazza del Campo che mi aspettava, dopo che Siena ha accolto grandi maestri come Alfonso Borghi e Marco Lodola, ho sentito forte la responsabilità di questa nuova avventura. In quel caso accanto alla mia ricerca scultorea ho presentato anche dieci grafiche realizzate con penna biro su carta, trovando nello studio del segno e nella riscoperta del disegno una mia nuova forma espressiva.

Sta per affrontare un evento straordinario a Reggio Calabria che riguarda la mostra a L’A Gourmet L’Accademia dello chef Filippo Cogliandro nella galleria diretta da Elmar Elisabetta Marcianò e in contemporanea alcune sue opere saranno inserite nel sito archeologico Ipogeo di Reggio Calabria: come affronta questa nuova sfida?

Reggio Calabria è un’amica, pronta sempre ad accoglierti a braccia aperte, è stata per me promotrice del mio lavoro, iniziato partecipando al progetto di mostre Mediterraneo, nato per celebrare il cinquantesimo del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Il 2024 mi vede protagonista di una mostra personale presso L’A Accademia dello chef Filippo Cogliandro ed in contemporanea, visto il sapore arcaico delle mie sculture, presso Ipogeo, sito archeologico della città, sotto la direzione della direttrice Elisabetta Marcianò. Grande è da parte mia l’emozione per questo appuntamento come è gande la curiosità del pubblico nel potermi conoscere e sapere di più sulla mia ricerca artistica.

Nel 2024 tante mostre da Milano alla personale a Palazzo Ducale del Gattopardo a Palma di Montechiaro. Come sta preparando nel suo studio un anno così impegnativo e quali saranno i temi che metterà in evidenza?

Seconda tappa del tour di presentazione delle opere dedicate a La Resistenza, Milano presso il Centro Leonardo da Vinci. Quella resistenza dedicata ai linguaggi espressivi nelle arti della scultura e della pittura che nascono da un bisogno espressivo primario, che mette in luce le vere e pure emozioni che ogni artista sente ed esprime con il suo operato, dove l’osservatore si può ritrovare per le tematiche affrontate. Presenterò l’opera proposta sul libro “Quattro anime per una sola forma”. È una scultura sferica in legno riciclato, pulsante nell’irregolarità della sua superficie, dove ogni anima, pur volendo fuggire dalle sue radici, è legata dal nucleo che l’ha generata. Seppur ancora lontano sto preparando il progetto della mia personale a Palma di Montechiaro, la mia ricerca artistica è sempre più delineata al racconto della materia mantenendo una ricerca formale portata alla sua massima sintesi.

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