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DOMENICO MONTEFORTE IL PITTORE DELLE TERRE DI TOSCANA

DOMENICO MONTEFORTE IL PITTORE DELLE TERRE DI TOSCANA

Mi sono chiesto tante volte da bambino perché la Toscana, la regione dove ho vissuto insieme alla città di Roma la maggior parte della mia infanzia, fosse meta ed elogio di turisti, in particolare dall’estero, una terra diventata quasi un simbolo di lifestyle.Si assisteva e si assiste ogni anno all’arrivo di milioni di turisti, dagli Stati Uniti alla Germania, dal Giappone al Canada, dalla Svezia al Sudafrica.Che cosa attrae quelle persone verso la nostra regione?Non si discute l’arte e il paesaggio. Ma perché stava diventando uno dei brand più noti e prestigiosi del Made in Italy?Non avrei potuto capirlo. Avevo la fortuna di vivere nella bellezza che mi offriva la regione e come un’aquila, che solca cieli puliti e non si accorge della sua fortuna, anch’io non avrei potuto essere consapevole di quella variabile ambiente che tanto avrebbe determinato il mio atteggiamento da adulto nei confronti della vita.Successivamente mi sono chiesto chi avrebbe potuto in un simbolo, in un gesto, persino in una linea di prodotti catturare parte di quella bellezza e portarla alla coscienza delle persone.Da giovane storico dell’arte contemporanea, abituato ad “andar per mostre e musei”, incontrai un paesaggio e mi catapultò in quella Toscana che recuperava, come in uno scrigno segreto, tutto ciò che noi e chi viene a visitarla ama senza riserve di questa straordinaria regione, meglio ancora di questa straordinaria terra.Era un’opera di Domenico Monteforte. E in quella pittura non c’era un paesaggio, c’era un atto di amore e di orgoglio, di passione e di gratitudine, una preghiera laica di ringraziamento a Colui che aveva creato tanta meraviglia.Ho voluto conoscere il maestro e mi sono accorto, vedendo la sua collezione e ciclo dell’epoca che coniugava la vita e quell’atteggiamento poetico e irriverente del “popolo” toscano. Il racconto, l’incanto, la meraviglia, in quella ricerca pittorica c’era lo struggente notturno e i campi visti e vissuti con la prospettiva di essere fra i prati.Con il passare degli anni, Domenico Monteforte fece una foto, che divenne la copertina di uno dei magazine d’arte più importanti, lui in mezzo a un campo di girasoli: quella era la prospettiva, era come vedeva il campo e il paesaggio, era lui dentro la natura e la natura nel suo spirito, quell’osmosi che solo chi divora il colore e ne produce un canto al cielo può permettersi.Domenico Monteforte era già in quel nostro primo incontro l’ambasciatore della Toscana, succesivamente lo è diventato per tutta l’arte contemporanea nel mondo. Da San Francisco al Giappone, da New York alla Cina, dalla Gran Bretagna alla Germania.Lui è il portabandiera di un mondo che è puro incanto, un atteggiamento verso la vita ruvido, sincero e magico nello stesso tempo.Lui è il poeta di questa Toscana che, stagione dopo stagione, rinnova il miracolo di quella terra che è luogo dello spirito.La sua pittura, il suo pensiero lo ha trasferito nel tour Terre di Toscana, di cui ho il piacere di curare ben due mostre: a San Benedetto Po e a Fiesole.
La personale Terre di Toscana si svolge in questi giorni fino al 29 maggio presso lo splendido Ex Refettorio Monastico di San Benedetto Po. Lo spazio, “ storico”, imponente e prestigioso, ospita una ventina di opere di media e grande dimensione per una mostra a mia cura e organizzata da Riccardo Nicoletti, con il patrocinio del Comune di San Benedetto Po.Il refettorio, di tradizione, era la sala dove i monaci consumavano i pasti. A San Benedetto in Polirone, nel 1478 circa fu edificato con questo scopo un edificio prestigioso, con un salone di metratura 50 x 11, diviso in quattro campate, coperte da volte a crociera in epoca successiva.L’accesso era dal chiostro maggiore, transitando per un vestibolo dotato di una grande fontana.Nel 1510 Gregorio Cortese (umanista e giurista di Modena, che aveva professato a Polirone nel 1508) decise di decorare tutta la parete ovest. L’incarico venne affidato al veronese Girolamo Bonsignori che dipinse l’Ultima Cena su una tela incastrata nel muro, l’altro era il giovane Antonio Allegri, detto Il Correggio, che affrescò l’architettura dipinta in cui il Cenacolo si immaginava inserito. La decorazione venne eseguita fra il 1513 e il 1514.Le Terre di Toscana sono le poesie pittoriche di Domenico Monteforte, inserite nella storia per una Toscana che è passato, presente. futuro.

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