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CARO MAESTRO, CARO UMBERTO ECO: LE RIFLESSIONI E GLI APPUNTI SU ESTETICA ED ARTE

CARO MAESTRO, CARO UMBERTO ECO: LE RIFLESSIONI E GLI APPUNTI SU ESTETICA ED ARTE

“Sull’arte. Scritti dal 1955 al 2016” uscirà in libreria il 19 maggio pie La nave di Teseo. A cura di Tullio Pericoli che ha fatto un lavoro straordinario, raccoglie le riflessioni di Umberto Eco prevalentemente di Estetica, ed esce in contemporanea con le nuove edizioni di Diario minimo e Sulla letteratura. Il volume sarà presentato al Salone del Libro di Torino il 22 maggio alle 17.15 nella Sala Rossa. Nel libro una raccolta di Umberto Eco, che ha scritto un autentico trattato sull’arte. Un’opera frammentaria e divagante, occasionale e improvvisa come spesso accade per i migliori libri, quelle riflessioni che aprono verità personali, sociali e culturali che costituiscono vere e proprie intuizioni. Vi confluiscono saggi, presentazioni, conferenze, articoli e Bustine di Minerva, il tutto accompagnato da un’inedita galleria di ritratti di Tullio Pericoli. L’opera, destinata a diventare un riferimento per chiunque si occupi di Arte ed Estetica, è l’ulteriore tessera di un mosaico autorevole e innovativo. l’immensa impresa intellettuale di Umberto Eco. All’interno investigazioni sulle poetiche del Novecento, sulle avanguardie e su movimenti come l’Informale e l’arte programmata. Molte pagine sono dedicate ad artisti tra gli altri: Arman, Nanni Balestrini, Gianfranco Baruchello, Eugenio Carmi, Fabio Mauri, Ugo Mulas e Tullio Pericoli. Preziosi gli interventi sullo statuto della critica d’arte e quelli, d’impronta civile, sul destino del patrimonio culturale. Particolarmente interessanti da sempre l’idea dell’opera d’arte come luogo aperto, destinato a essere abitato e continuato dallo spettatore e la visione del fare come esperienza e avventura fondata sulla centralità del “formare”.Umberto Eco è stato un maestro, una guida, un esempio di cultura e di intelligenza, di creatività e di metodo, mai banale, dalla chiara attitudine all’innovazione. Studio, analisi e intervento nella sua prassi, con una chiara attitudine a cogliere il significato con un approccio interdisciplinare e metaculturale. Critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale. A ventidue anni si è laureato all’Università di Torino con una tesi sul pensiero estetico di Tommaso d’Aquino.Dopo aver lavorato dal 1954 al 1959 come editore dei programmi culturali della Rai, negli anni Sessanta ha insegnato prima presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Milano, poi presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze. Infine presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Inoltre, ha fatto parte del Gruppo 63, rivelandosi un teorico acuto e brillante.Dal 1959 al 1975 ha lavorato presso la casa editrice Bompiani, come senior editor. Nel 1975 viene nominato professore di Semiotica all’Università di Bologna, dove impianta una vivace e agguerrita scuola. Negli anni 1976-’77 e 1980-’83 ha diretto l’Istituto di Discipline della Comunicazione e dello Spettacolo, presso l’Università di Bologna.I suoi saggi spaziano dall’estetica medievale (Il problema dell’estetica in Tommaso d’Aquino, 1956; Arte e bellezza nell’estetica medievale, 1987), alla semiotica (Trattato di semiotica generale, 1975; Semiotica e filosofia del linguaggio, 1983; La ricerca della lingua perfetta, 1993), soffermandosi sui codici della comunicazione artistica (Opera aperta, 1962; Apocalittici e integrati, 1964). Noto per le brillanti inchieste sulla cultura di consumo (Diario minimo, 1963; Il superuomo di massa, 1976; Sette anni di desiderio, 1983; Il secondo diario minimo, 1992), ha ottenuto un successo mondiale con il romanzo Il nome della rosa (Bompiani, 1980, premio Strega), thriller gotico d’ambientazione medievale e conventuale che sviluppa, con lucido razionalismo, la fitta trama di un dibattito ideologico. Più elaborati, nel linguaggio e nella tecnica compositiva, i romanzi successivi (Il pendolo di Foucault, 1988; L’isola del giorno prima, 1994; Baudolino, 2000; La misteriosa fiamma della regina Loana, 2004: tutti Bompiani). Critico verso le concezioni ontologiche dell’interpretazione, ha posto l’accento sulla relazione autore-lettore in diversi scritti: La struttura assente (1968), Lector in fabula (1979), I limiti dell’interpretazione (1990), Sei passeggiate nei boschi narrativi (1994, ciclo di conferenze tenuto alla Harvard University nel 1993), Tra menzogna e ironia (1998), Sulla letteratura (2002). Si ricordano inoltre: La definizione dell’arte (1968), Le forme del contenuto (1971), Sugli specchi e altri saggi (1985), Kant e l’ornitorinco (1997), Storia della bellezza (2004), A passo di gambero (2006) e la felice traduzione dei funambolici Esercizi di stile (1983) di R.Queneau.Tra i suoi ultimi libri: il romanzo Il cimitero di Praga (2010), la raccolta di saggi Costruire il nemico (2011), Storia delle terre e dei luoghi leggendari (2013), Numero Zero (2015), Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida (2016).Umberto Eco è stato più volte fra i favoriti per l’assegnazione del premio Nobel per la Letteraura.

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